Mancano camerieri e chef, diamo una seconda chance ai detenuti. “Siamo un popolo di camerieri“, diceva Indro Montanelli. Lui lo diceva in modo sprezzante, per intendere il servilismo sciocco degli italiani. Noi, invece, che rispettiamo un lavoro serio e importante, diciamo: magari lo fossimo. E invece, come è noto, non se ne trova uno neanche a pagarlo. Certo, li si pagano poco, e questo fa parte del problema. Ma non lo esaurisce, perché il problema è strutturale. La manodopera manca, sia in sala sia in cucina. Dopo le polemiche su Lamantia, e abbiamo parlato qui e ne ha scritto bene anche Paolo Manfredi qui. Ma resta il punto. Manca personale. Dove trovarlo? Flavia Filippi, giornalista di La7, ha avuto un’idea semplice ma importante. Da una parte, ha pensato, c’è il mondo del lavoro che ha bisogno di personale e non lo trova. Dall’altra, ci sono migliaia di persone che hanno sbagliato, si sono macchiate di qualche colpa e la stanno scontando in carcere, che possono avere una possibilità di redimersi, di riconciliarsi con la società. Come mettere in contatto questi due mondi? Un primo passo l’ha fatto la legge Smuraglia, che offre importanti sgravi fiscali a chi assume, anche a tempo determinato, detenuti. Il secondo è quello di far parlare il mondo del carcere e quello delle imprese. E qui si è spesa, e si spende, in prima persona. I risultati ci sono e sono già molto importanti.
Vedi tutti