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Le Storie

Mai come ora so che tutto è relativo. I detenuti di Rebibbia, che prima mi sembrava vivessero esperienze dure e talvolta insopportabili, in queste settimane di bombardamenti e massacri mi appaiono in una condizione di sicurezza invidiabile.
Tra loro, quieto e amabile, c’è A. marocchino del 1990, moglie, due bambine, pregresse stagioni nelle cucine dei ristoranti d’Abruzzo e della riviera romagnola. Oggi era amareggiato perchè nei precedenti colloqui erano stati scelti altri ragazzi al posto suo e aveva dimenticato che chiusa una porta si apre un portone, non poteva immaginare che sarebbe scoccata la scintilla tra lui, Adele De Quattro e Lorenzo Giacco, i magnifici titolari della magnifica Osteria degli Avvocati a san Pietro, gli unici imprenditori (entrambi ex avvocati) che in questi mesi mi hanno cercato per primi grazie a Paolo Proietti.
L’incontro è durato dieci minuti, poi Adele ha detto a me e all’ispettore Cinzia Silvano che non serviva vedere altri, la persona che cercavano era proprio lui, A. specializzato nei primi piatti ma capace di fare tutto e ansioso di dimostrarlo.
La lettera d’intenti per richiedere al direttore del Nuovo Complesso Rosella Santoro l’assunzione a tempo determinato di A. è già partita, il consulente del lavoro del ristorante si occuperà delle agevolazioni offerte dalla legge Smuraglia agli imprenditori. Mentre Adele e Lorenzo si occuperanno di accogliere a braccia aperte un ragazzo che sta finendo di espiare la pena con pazienza e grinta. Sognando una vita da chef assieme a una famiglia che non ha mai smesso di aspettarlo.
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