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Le Storie

+ 1 a Modena. In carcere certe cose funzionano come fuori, se sei giovane, forte, simpatico e hai competenze professionali chi è seduto di fronte a te per valutarti resta colpito e ti prende. Se non possiedi almeno un paio di queste qualità è ovvio che parti in salita.
Ecco perché sono felice dell’offerta di lavoro appena formulata da un colosso della logistica a T. semilibero 58enne che avendo perso il posto per il fallimento dello stabilimento modenese in cui era impiegato, è tornato chiuso e rischiava la revoca della misura alternativa.
T. è detenuto da una vita senza orizzonti, in gioventù manovrava muletti, pale meccaniche e ruspe, ci ha detto di essersi laureato in Scienze della Comunicazione in carcere con una tesi che verteva sull’antropologia. È a metà della specialistica. Quando il manager dell’azienda gli ha chiesto se volesse eventualmente mantenere riservata la sua condizione tra i futuri colleghi T. ha alzato il viso senza imbarazzo: “Nessun problema a informarli, ho fatto un percorso, sto pagando, oggi mi ritengo un uomo onesto, spero di essere giudicato per quello che sono ora e non per il mio passato.”
Con questa offerta di lavoro a Modena + quella dei giorni scorsi a Reggio Emilia + le quattro collezionate ieri da Lara Mariani a Bologna + il detenuto di Ferrara che lavora da pochissimo a Cento + i colloqui che stiamo organizzando a Forlì e non solo, l’attività di Seconda Chance in Emilia Romagna è finalmente degna di considerazione. E ora che Lara si è unita a noi faremo sempre di più e sempre meglio.

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